Festival dei Tacchi

Il teatro necessario prende vita nei nostri vigneti

La cultura slow del vino incontra il teatro nella nostra cantina. Dal 1999, Jerzu Antichi Poderi ospita il Festival dei Tacchi nella natura selvatica e inquieta dei vigneti centenari.

Curata dal Cada Die Teatro con la direzione di Giancarlo Biffi, la rassegna celebra il teatro più come dimensione di vita che come performance. I protagonisti del festival non sono soltanto gli artisti, ma tutto quanto danza e palpita attorno al teatro e al territorio che lo ospita: persone, spazi, paesaggi, natura.

“Un festival per chi si azzarda a operare in ambienti ancora poco frequentati, per provare a giocare con il tempo e i percorsi individuali, in modo da permettere al teatro di farsi incontro e indirizzare la sua azione verso un pubblico sempre più attivo” spiega Giancarlo Biffi.

“Essere sedotti dall’arte per poter poi sedurre la vita, per non restare avvinghiati a ciò che è smarrimento, di noi stessi e dell’attenzione verso chi ci circonda. Sciogliersi per ritrovarsi. Un festival di teatro in luoghi unici, per momenti che ci suggeriscono che il teatro non solo è opportuno ma forse ancora necessario”.

Pazienza e tranquillità nella natura inquieta

Il Festival dei Tacchi, prosegue Biffi, è un festival di teatro che, estendendosi nel tempo e nello spazio, caparbiamente prova a operare nell’intimità dell’animo, abitando paesaggi e ambienti che oltre a far riflettere sul nostro vivere, trasmettono pazienza e tranquillità. “Si potrebbe pensare a questi luoghi come un grande parco per l’individuo. Dove natura, arte e comunità, creando una miscela benefica, donano la possibilità di poter consolidare un proposito d’avanguardia unico: l’incontro tra arte e paesaggio, con la complicità attiva della popolazione locale, che ha preservato nel tempo questo immenso patrimonio naturale, culturale, sociale e umano. Un laboratorio permanente d’arte e cultura, in costante dialettica fra avanguardia e tradizione, paesaggio e comunità. Un cantiere artistico dove si va per costruire, prendendo ispirazione da tutto ciò che si muove attorno. Un modo per stare assieme e sperimentare dimensioni nuove, per provare ad allontanare il cervello dalle preoccupazioni elementari. Un luogo in cui, desideri, riflessioni ed emozioni diventano per alcuni giorni i principali elementi di una necessità dell’umano da sempre in corsa con il tempo del vivere”.